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giovedì 2 giugno 2022

Umanità perfetta e carità apostolica

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 – 1953).


Addolcisci, Signore, il mio cuore con la fiamma della tua carità. 

1 - L’apostolato è espressione e frutto della charitas apostolica, ossia dell’amore di Dio e del prossimo, cresciuto fino a diventare zelo delle anime. Ma, accanto a questo, che è l’aspetto essenziale della carità che deve animare l’apostolo, vi sono aspetti secondari, direi quasi umani e che, tuttavia, hanno una grande importanza per permettere all'apostolo di far presa sulle anime. Intendiamo parlare di tutte quelle doti di affabilità, finezza di tratto, cortesia, socievolezza, sincerità, comprensione che di per sè sono doti umane, ma che, sopraelevate dalla grazia e usate ai fini dell’apostolato, acquistano un valore soprannaturale. Si tratta, in sostanza, di quelle qualità che S. Paolo attribuisce all’amore: « L’amore è longanime, è benigno… non s’irrita, non pensa il male,... gode della verità » (I Cor. 13, 4-6). 

Non basta amare le anime nel segreto del nostro cuore, lavorando e sacrificandoci per esse, ma bisogna che questo amore trapeli anche all'esterno attraverso un tratto amabile e piacevole in modo che, avvicinandoci, si sentano benvolute e quindi incoraggiate alla confidenza ed alla fiducia. Certi modi rudi, bruschi, impazienti sono la causa per cui molti si allontanano disgustati e forse anche scandalizzati. L’apostolo può ben avere un cuore d’oro, ricco di carità e dì zelo, ma se conserva una scorza rozza e pungente si preclude da sè la via per giungere alle anime, diminuendo notevolmente il bene che potrebbe fare. I Santi, pur essendo molto soprannaturali, non hanno mai trascurato questi aspetti più umani della carità; S. Francesco di Sales inculcava continuamente che, come si attirano più mosche con una stilla di miele che con un barile di aceto, così si conquistano più cuori con una briciola di dolcezza che con tante maniere ruvide. E S. Teresa di Gesù, che voleva le sue figlie unite dal vincolo di una pura carità soprannaturale, non credeva superfluo fare raccomandazioni come queste: « Più siete sante, più dovete mostrarvi affabili con le sorelle [...]. Se volete attirarvi il loro amore e fare ad esse del bene, dovete guardarvi da qualsiasi rustichezza » (Cam. 41, 7). Avviso utilissimo per chiunque voglia conquistare anime a Dio .

2 - […] Innalzando l’uomo al piano soprannaturale, Dio non ha inteso distruggere in lui ciò che già aveva creato, ma solamente sublimarlo, sopraelevarlo. Alla luce di questi principi si capisce perchè è stato detto che l’apostolo, come il sacerdote, deve essere un « perfetto gentiluomo » (Newman); si capisce perchè i santi sono anche gli uomini più perfetti nel senso che hanno portato alla maggmio perfezione e sublimazione le virtù naturali; si capisce perchè i santi, pur amando le creature con amore puramente soprannaturale, sono capaci, più degli altri, di circondarle di amabilità, di delicatezza, di comprensione, sì da conquistare con maggiore facilità il loro cuore. Del resto, è facile intendere che una perfetta cortesia sempre uguale a se stessa - anche con gli importuni ed anche nei momenti di stanchezza - può derivare solo da una profonda virtù soprannaturale, da una delicata carità. 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

lunedì 22 marzo 2021

Apostolato del buon esempio

Pubblico una lettera che ho scritto a un ragazzo.


Caro fratello in Cristo,

le storie delle conversioni mi edificano molto perché mettono in risalto l’infinita misericordia di Dio. Si rimane colpiti dal grande amore che Gesù buono ha per ciascuno di noi e dal suo ardente desiderio di salvare eternamente le nostre anime.

Come fare apostolato tra i tuoi amici e conoscenti? L’esperienza dimostra che se un cristiano va a parlare di Religione a persone che non dimostrano interesse per questo argomento, spesso non solo non ottiene nessun frutto buono, ma rischia anche di suscitare una reazione opposta negli ascoltatori, cioè una reazione di disgusto, avversione e ulteriore indurimento del cuore. Quindi che fare? Ho notato che un efficace strumento di apostolato consiste nel dare il buon esempio. Se un cristiano si comporta sempre in maniera leale, onesta, sincera, corretta, dolce, gioviale e caritatevole riesce a colpire il prossimo di buona volontà, il quale assapora la bellezza del “cristianesimo pratico” e, una volta conquistata la sua fiducia e la sua benevolenza, diverrà molto più semplice parlargli di argomenti dogmatici e morali ottenendo dei frutti positivi, anzi sarà lui stesso a incominciare a farsi delle domande e a ricercare delle risposte. 

Al contrario ci sono delle persone, tra cui certi “tradizionalisti arrabbiati”, che cercano di diffondere il Vangelo utilizzando dei modi duri, antipatici, aspri e acidi, ottenendo nel prossimo reazioni di avversione nei confronti del cristianesimo. San Francesco di Sales trattava il prossimo con tanta dolcezza e in questo modo attirava tante anime alla conversione e alla vita devota. Lui stesso scrisse che si catturano più insetti con un cucchiaio di miele che con un barile d’aceto.

Un’altra cosa importante è trattare sempre le ragazze con grande rispetto, senza mai assumere nei loro confronti dei comportamenti che per diritto naturale sono leciti solo ai mariti con le proprie mogli. Se dovessi ricevere qualche “manifestazione di interesse” per fini sentimentali, sarà bene far presente a quelle ragazze che tu sei cristiano e che pertanto, qualora dovessi fidanzarti con qualcuna, sei risoluto a vivere in totale castità fino alle nozze. Inizialmente vedrai grande stupore sui loro volti, come se tu fossi appena giunto da Marte, infatti per loro è quasi inimmaginabile che un ragazzo possa dichiararsi convintamente favorevole alla castità prematrimoniale. Se una ragazza è cattiva, penserà che tu sia pazzo e se ne andrà via, ma in questo modo ti sarai liberato di una persona che avrebbe potuto trascinarti lontano da Dio. Invece, se una ragazza ha un cuore buono, apprezzerà molto le tue parole e, probabilmente per la prima volta nella sua vita, non si sentirà considerata da un uomo come se fosse un oggetto da sfruttare, bensì come una preziosa creatura di Dio da trattare con grande rispetto perché ha un’anima immortale e un corpo che è tempio dello Spirito Santo. In questo modo si sentirà attratta ad approfondire la bellezza degli insegnamenti evangelici (sul tema del fidanzamento e del matrimonio cristiano consiglio di leggere gli scritti di Pierre Dufoyer, i quali si trovano facilmente on-line). Quindi anche il trattare le donne con grande carità e rispetto può essere un efficace mezzo di apostolato per condurre le loro anime a Dio, fine ultimo della nostra esistenza.

Nella speranza di esserti stato di qualche utilità, ti saluto cordialmente in Cordibus Iesu et Mariae.

Cordialiter

sabato 6 marzo 2021

Digiunare al pranzo o alla cena?

Pubblico una lettera di un giovane e cordiale lettore del blog "Cordialiter".


Buonasera Cordialiter, 
ti scrivo per porti alcune domande relative ad alcuni dubbi di ordine spirituale; se vuoi pubblicale pure sul blog con le eventuali risposte, ovviamente in forma anonima.

1) Da alcuni anni ho preso la consuetudine di recitare alcune preghiere in determinati giorni della settimana (ad es. i Salmi Penitenziali il mercoledì e il venerdì), sia come "proposito" personale, sia accogliendo proposte di alcuni siti cattolici che invitavano ad impegnarsi in tal senso. Ora, io non ho la certezza di aver promesso al Signore di continuare tali pratiche per tutta la vita, anche se mi sono sempre sentito in dovere di compierle. Ciò in ogni caso mi riusciva più facile quando ero studente e potevo più facilmente "distribuire" tali preghiere lungo l'arco della giornata; attualmente invece lavoro, e a volte mi trovo a "concentrarle" tutte insieme al tardo pomeriggio/sera. Volevo dunque chiederti se secondo te sarebbe peccato l'abbandonare una parte di queste pratiche.

2) La seconda domanda riguarda le rinunce quaresimali: se dovessi adottare il proposito di non mangiare caramelle per tutta la Quaresima (è un esempio) e infrangessi poi tale proposito (sia di mia iniziativa, sia perché mi sono state offerte da altre persone), ciò costituirebbe peccato grave, leggero o nessun peccato, purché mantenessi la volontà di fare qualche altra rinuncia? E se non ho la certezza di aver adottato risolutamente un certo proposito, posso agire come se non l'avessi adottato (mi riferisco ovviamente a cose di per sé lecite)?

3) Il digiuno obbligatorio (per noi di rito ambrosiano, il primo venerdì di Quaresima e il Venerdì Santo) consiste nel fare un solo pasto al giorno e due piccole refezioni nel corso della giornata [...]; se però, come ogni giorno in cui mi trovo sul luogo di lavoro, mangio poco e velocemente a pranzo, posso trasferire il "pasto vero e proprio" alla sera?

Ti ringrazio in anticipo per le eventuali risposte e ti assicuro un ricordo nella preghiera. Spero di darti presto un piccolo aiuto anche in maniera concreta.

Sia lodato Gesù Cristo

(Lettera firmata)



Caro fratello in Cristo,
rispondo volentieri alla tua e-mail che, per tutelare la tua riservatezza, pubblico in forma anonima, come faccio anche con tutti gli altri che mi scrivono. Spero tanto che questo post possa essere di qualche utilità anche ad altre persone che hanno dubbi simili.

I classici manuali di Teologia Morale insegnano che il voto è una promessa che si fa a Dio con l’intenzione di volersi obbligare a compierla sotto pena di peccato (grave o veniale a scelta del votante). Quando invece si vuol compiere qualcosa ma senza l’intenzione di volersi obbligare sotto pena di peccato, in questo caso si parla di “proposito”. Nel caso si dubita di aver fatto un semplice proposito o un vero e proprio voto si può tranquillamente presumere che si sia trattato di un proposito, e quindi non si è obbligati a compiere nulla.

Se una persona ha il proposito di recitare i Salmi ma a causa del lavoro o per altri validi motivi riduce il tempo dedicato alla preghiera, non deve sentirsi in colpa di alcunché. Se invece prega meno del solito solo per “pigrizia spirituale”, in questo caso ordinariamente commette peccato veniale.

Circa i giorni di digiuno obbligatori stabiliti dalla legge ecclesiastica, il pio sacerdote salesiano Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989), nel libro “L’anima onesta al confessionale”, afferma che si può invertire il pranzo con la cena.

Nella speranza di aver chiarito i tuoi dubbi, ti saluto cordialmente nei Cuori di Gesù e Maria.

Cordialiter

giovedì 3 dicembre 2020

Non bisogna seminare il panico sul Codiv

Pubblico alcuni brani di un'e-mail che mi ha inviato Maristella.

Caro fratello in Cristo,

[…] la situazione è complicata: ci sono molte persone che hanno tanta paura di questo Covid. Io non lo temo particolarmente: l'esperienza del cancro mi ha aiutata a capire che la morte è una sorella che mi cammina accanto e che un giorno (non so quando) mi accompagnerà da Gesù. Quando posso, se vedo che la persona è disposta ad ascoltare, provo a ragionare con calma sul fatto che per una persona sana non rappresenta certo una minaccia terribile.

Alcuni colleghi ora pongono anche domande molto accorate sulla fede e sulla religione: io cerco di pregare molto per avere la luce di Dio nel dare risposte veritiere ma calme e dolci. Ieri un collega mi diceva che tutto cambia nel tempo e anche la Chiesa dovrebbe "adeguarsi": io gli ho risposto sorridendo che le formule chimiche e i numeri non cambiano nei secoli perché sono verità. Perché il pi greco è sempre 3,14 e le verità della Chiesa dovrebbero cambiare? L'ho visto farsi improvvisamente silenzioso e riflessivo. Ho ringraziato Dio per avermi ispirato questa risposta e per le domande che non sono mai polemiche.

[…] Sto pregando molto il Rosario, i tempi sono complicati ma Nostro Signore non ci abbandona. Anzi ci tiene più stretti anche se noi non ce ne accorgiamo.

Sursum corda

Habemus ad Dominum

Uniti nella preghiera

Maristella


Cara sorella in Cristo,

anche io ho notato che c’è tanta gente terrorizzata dal Covid, ad esempio alcuni mesi fa una signora ha detto che di notte ha problemi a dormire a causa della paura del virus. Purtroppo, tante persone si bevono tutto ciò che sentono dire dai mezzi di disinformazione [sic] di massa, senza separare il grano dal loglio. Io non nego l’esistenza del Codiv19 ma non lo strumentalizzo per alimentare la psicosi. Il Coronavirus ha un tasso di letalità relativamente basso, cioè molto più vicino a quello dell’influenza, rispetto a quello spaventoso (65%) di Ebola. Infatti tra tutti i personaggi famosi che conosciamo (calciatori, giornalisti, politici, cantanti, ecc.) che sono stati contagiati dal Sars-Cov-2, sono morti pochissimi. Inoltre bisogna dire che molte persone “morte col Covid”, in realtà sono decedute per altri motivi, per esempio quel signore asintomatico di 41 anni che in Abruzzo è annegato in mare, e dopo la morte gli hanno fatto un tampone e hanno scoperto che aveva il virus. Ma di certo non è colpa del Covid se è morto annegato. Lo stesso vale per i malati terminali di tumore che si sono infettati di Covid in ospedale, quando ormai erano già moribondi. 

Un’altra cosa che mi fa riflettere è il fatto che si parla tanto di vaccini, ma si parla pochissimo delle diverse terapie che si sono dimostrate efficaci. Chissà quante persone si sarebbero potute salvare se avessero ricevuto una trasfusione di plasma iperimmune!

Durante questa pandemia ho scritto pochissimi post riguardanti il virus. Non si tratta di un caso ma di una scelta precisa. Secondo se ne parla fin troppo in giro. Basta accendere la televisione e dalla mattina alla sera ci sono programmi che alimentano il terrore. Sul blog, anziché alimentare il panico, preferisco parlare di temi più edificanti. Lo ripeto, il Coronavirus esiste e ha ucciso tante persone, ma non è né Ebola né la peste bubbonica di manzoniana memoria. Ci sono malattie (tumori, problemi cardiaci, ecc.) che causano molti più decessi, ma a livello mondiale la grancassa della propaganda di regime martella le menti parlando quasi a tempo pieno di Covid. Uhm... in questa vicenda ci sono diverse cose che non mi quadrano.

Per quanto riguarda la Dottrina Cattolica, ho apprezzato la risposta che hai dato al tuo collega, facendo il paragone tra le formule chimiche e le verità di fede. Ad esempio noi sappiamo che una molecola di acqua è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno: che piaccia o no le cose stanno così, punto e basta. Sarebbe assurdo se uno dicesse che poiché i tempi sono cambiati, allora anche la molecola di acqua deve adeguarsi ed essere modificata. Allo stesso modo sono assurde le tesi dei modernisti secondo i quali, poiché i tempi sono cambiati, dovremmo adeguare e aggiornare alla mentalità mondana i dogmi di fede sull’Eucaristia, sulla Divinità di Cristo, sulla verginità perpetua della Madonna e la sua assunzione in Cielo in anima e corpo, sull’esistenza del Purgatorio, sull’eternità dell’inferno, e su tante altre verità insegnate infallibilmente dal Magistero perenne della Chiesa. Per non parlare poi delle Leggi morali che Dio ha stabilito al riguardo della fornicazione, dell’adulterio, degli anticoncezionali, della famiglia naturale, del divorzio, dell’aborto, ecc., e che i modernisti vorrebbero annacquare ignominiosamente, tra gli applausi dei laicisti. 

Nell’ora della morte verremo giudicati da Gesù Cristo, non dai giornalisti filomassonici. Parafrasando il Vangelo potremmo chiedere ai modernisti: “Che giova all’uomo guadagnare gli applausi dei mondani se poi perde l’anima?”.

Ti saluto cordialmente in Corde Matris.

Cordialiter

sabato 14 novembre 2020

Divina Provvidenza

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).

O mio Dio, che tutto ordini e disponi per altissimi fini, insegnami ad affidarmi pienamente alla tua divina provvidenza. 

1 - « La sapienza divina - dice la Sacra Scrittura - si estende con potenza da un’estremità all’altra del mondo e tutto governa con bontà » (Sap. 8, 1). La sapienza divina s’identifica così con la divina provvidenza che tutto ordina, dispone, guida al raggiungimento di un fine ben determinato: fine ultimo e supremo, la gloria di Dio; fine prossimo e secondario, il bene e la felicità delle creature. Nulla esiste senza motivo, nulla avviene a caso nel mondo, ma tutto, assolutamente tutto rientra nel grandioso piano della divina provvidenza, piano in cui ogni creatura, anche l’infima fra tutte, ha il suo posto, il suo scopo, il suo valore, in cui ogni avvenimento, anche il più insignificante, è fin dall’eternità previsto ed ordinato nei suoi minimi particolari. In questo piano vastissimo e meraviglioso tutte le creature, dalle più sublimi - come gli angeli - alle più umili - come le gocce di rugiada e i fili d’erba - sono chiamate a portare il loro contributo all’armonia ed al bene dell’insieme. 

Se certe situazioni ci sembrano incomprensibili, se non riusciamo a capire la ragion d’essere di circostanze e di creature che ci fanno soffrire, è perchè non sappiamo scoprire il posto che esse hanno nel piano della divina provvidenza, in cui tutto è ordinato al nostro ultimo bene. Sì, anche la sofferenza è ordinata al nostro bene e Dio, che è bontà infinita, non la vuole e non la permette se non a questo scopo. Crediamo ciò in teoria, ma facilmente lo dimentichiamo in pratica sì che, quando ci troviamo davanti a situazioni oscure e dolorose che vengono a spezzare o ad intralciare i nostri progetti, i nostri desideri, ci smarriamo e sulle labbra ci sale la domanda angosciosa: perchè Dio permette questo? Eppure la risposta non manca mai ed è universale ed infallibile come universale ed infallibile è la provvidenza divina: Dio lo permette unicamente per il nostro bene. È questa la grande convinzione di cui abbiamo bisogno per non scandalizzarci di fronte alle prove della vita. « La condotta di Dio è tutta bontà e fedeltà per coloro che osservano il patto e gli ordini di lui » (Sal.24, 10); possiamo dubitare di noi, possiamo dubitare della nostra bontà e della nostra fedeltà, ma non di Dio che è bontà e fedeltà infinita. 

2 - Dopo averci creati, Dio non ci ha lasciati in balìa di noi stessi ma, come tenera madre, continua ad assisterci ed a provvedere a tutte le nostre necessità: « Potrà forse una donna dimenticare il suo bambino?... e se pur questa lo potrà dimenticare - dice il Signore - io non mi dimenticherò mai di te » (Is. 49, 15). Ogni uomo può, con tutta verità, ritenere queste parole come rivolte a lui in particolare e, di fatto, la provvidenza di Dio è così immensa e potente che, mentre abbraccia l’universo intero, nello stesso tempo si prende una cura speciale di ognuna delle sue creature, anche delle più piccole. Proprio sotto questo aspetto Gesù ci ha presentato la provvidenza del Padre celeste: « Nemmeno un passero cade in terra senza il permesso del Padre vostro... Non temete, dunque, voi siete da più di molti passeri » (Mt. 10, 29 e 31). Come Dio non ci ha creati a serie, ma crea individualmente l’anima di ogni uomo che viene al mondo, così la sua divina provvidenza non si limita ad assisterci in blocco, ma ci assiste uno per uno, ben conoscendo tutte le nostre necessità, le nostre difficoltà e perfino i nostri desideri e ben sapendo quel che più conviene al nostro vero bene. Una mamma, anche la più sollecita, può ignorare qualche bisogno del figlio suo, può dimenticarlo, può sbagliare nel provvedervi o essere nell’impossibilità di farlo; ma ciò non accadrà mai a Dio, la cui provvidenza tutto sa, tutto vede, tutto può. Nemmeno il più piccolo passero è dimenticato, nemmeno il più umile fiore del campo è trascurato. « Considerate - dice Gesù - come crescono i gigli del campo; essi non lavorano e non filano. Tuttavia, neppur Salomone... fu mai vestito come uno di essi. Se dunque Dio riveste così l’erba del campo, che oggi è e domani vien buttata nel forno, quanto a maggior ragione vestirà voi, o uomini di poca fede? » (Mt. 6, 28-30). La provvidenza di Dio ci circonda da tutte le parti; di essa viviamo, per essa ci moviamo e siamo e, nondimeno, siamo così tardi a credere in essa, così diffidenti! Come abbiamo bisogno di dilatare il cuore in una fiducia, in una confidenza più grande, anzi, illimitata, poichè illimitata è la divina provvidenza! 

Colloquio - « O Dio, avendo creato il mondo, lo reggi e lo governi con ordine mirabile. Tu fai nascere le piante, le fai germogliare, a suo tempo fai sbocciare i fiori e maturare i frutti. Tu governi il sole, la luna, i pianeti e, insomma, hai creato tutto con mirabile ordine e tutto hai fatto per l’uomo. L’uomo, poi, hai fatto solo per te e vuoi riposarti in lui, nè vuoi che egli si riposi e quieti in altro che in te. Tu non hai bisogno della tua creatura, eppure ti degni cercare in essa il tuo riposo, affinchè lei ti possa poi godere e godere in eterno, possa goderti e vederti a faccia a faccia, assieme a tutto il Paradiso. 
   « La tua provvidenza divina, o Signore, è tale che Tu hai cura di tutti come se fossero uno solo; e di uno solo, come se in quello fossero tutti racchiusi. Oh, se la tua provvidenza fosse compresa, ogni creatura lascerebbe le cose di questo mondo e seguirebbe te per potersi unire con la tua provvidenza! » (S. M. Maddalena de’ Pazzi). 
   « Benefico sei, o Signore, verso tutti, e la tua pietà si spande su tutte le tue creature. Ti lodino, o Signore, tutte le tue fatture e ti benedicano i tuoi devoti. Gli occhi di tutti a te si rivolgono in attesa e Tu dai a tutti, a suo tempo, il loro cibo; allarghi la mano e colmi di favori ogni vivente. Tu rendi giustizia agli oppressi e dai il pane agli affamati. Sciogli i prigionieri, apri gli occhi ai ciechi, raddrizzi gli storpi, ami i giusti. Risani i cuori affranti e ne fasci le piaghe. Tu copri i cieli di nubi, apparecchi alla terra la pioggia e fai crescere l’erba sui monti; dai il loro cibo agli animali, ai piccoli corvi ciò che domandano. O Signore, tutte le creature si effondano nel ricordo della tua immensa bontà e acclamino alla tua liberalità! » (cfr. Sal. 144; 145; 146). 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].