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domenica 10 giugno 2012

Genitori che non vogliono una figlia suora

Pubblico la lettera di una ragazza i cui genitori sono contrari alla vocazione religiosa...

Carissimo D., quest'estate ho avuto la grazia di partecipare alla Gmg, da cui sono tornata con il desiderio ancora più forte di donarmi al Signore. Ma ultimamente sono un po' triste perché i miei genitori che prima erano abbastanza contenti, oggi sono contrari alla mia scelta di vita. È triste sapere che proprio loro pensano che farsi suora significa fuggire dalle responsabilità del mondo. Io ho provato a spiegargli quello che sento dentro, ossia un amore fortissimo per Gesù e un immenso desiderio di donarmi agli altri attraverso Lui, ma loro non capiscono. Io di sicuro non mi arrendo, il mio amore per Gesù è troppo forte e sento che è quella la mia strada. Tu cosa ne pensi? Grazie di cuore D.! E grazie del tuo splendido blog! Un abbraccio,

(lettera firmata)


Carissima sorella in Cristo,
                                     durante l'estate ho pregato spesso per la tua vocazione. È vero che ricevo molte lettere, ma non potevo dimenticarmi di pregare per te, visto ciò che hai fatto per me! Grazie ancora!

L'amatissimo Sant'Alfonso sconsigliava ai giovani in discernimento vocazionale di confidarsi coi genitori su questo argomento. Purtroppo, anche molti genitori cattolici si oppongono alla vocazione dei figli. Dunque non mi stupisco affatto che anche i tuoi genitori abbiano delle “perplessità” al riguardo. È meglio se da ora in poi cerchi di evitare con loro questo discorso, e se ti domandano “vuoi farti ancora suora?”, ti basterà rispondere “non lo so”. “Non lo so” non è una bugia, ma è ciò che in Teologia Morale si definisce “restrizione mentale”, cioè è una frase che ha vari significati: loro penseranno che non sai cosa farai dopo l'università, mentre tu in realtà intenderai dire: “ciò che sento nel mio cuore, non l'ho so per dirlo a voi, ma per tenerlo segreto per me”. Usare le restrizioni mentali è un modo comodo per togliersi dagli impicci senza dire nemmeno piccole bugie, quindi usandole non commetterai nemmeno colpa veniale. Se i tuoi genitori non ti sentiranno più parlare di vocazione, crederanno che hai rinunciato al progetto, e in questo modo non si “allarmeranno” se ti vedranno frequentare chiese e conventi.

Comunque, non devi assolutamente preoccuparti, perché per quanto riguarda l'elezione dello stato di vita sei assolutamente libera, non sei tenuta ad obbedire ai genitori. Anche Santa Chiara, San Tommaso d'Aquino, San Gerardo Majella e tanti altri santi ebbero opposizioni in famiglia, e per obbedire alla vocazione furono costretti a scappare di casa.

Quella che stai vivendo è una prova del tuo amore per Gesù. Come un soldato in battaglia devi resistere con ardore agli assalti del mondo, devi restare fedele a Cristo Re, il miglior Sposo che una donna possa avere.

Ma ipotizziamo (è solo una pura ipotesi) che effettivamente abbia ragione tua madre, e che il tuo desiderio di abbracciare la vita religiosa sia solo una fuga dalle responsabilità. Anche in questo caso non bisogna preoccuparsi, perché prima di emettere i voti perpetui passano molti anni, quindi durante il postulandato, il noviziato o la professione temporanea, potrai tranquillamente decidere di tornartene a casa tua, qualora tu ti accorga di non avere una vera vocazione. Fare un'esperienza di vita religiosa non è mica come andare a combattere la guerra in Afghanistan, non c'è nessun pericolo. Male che va, uno se ne ritorna a casa propria e ricomincia la vita nel mondo.

Ovviamente la mia era solo un'ipotesi per farti capire che non corri nessun rischio nel continuare a perseverare nel desiderio di donarti a Gesù buono. A dir la verità io nutro molte speranze che la tua sia una vera vocazione. Dirò di più, il tuo carattere solare ed allegro è un buon segno vocazionale. Al contrario, coloro che sono tristi e malinconici fanno sorgere delle perplessità sulla loro “vocazione”.

In genere le persone che non hanno una vera vocazione, appena entrano in convento si annoiano e non vedono l'ora di tornarsene nel mondo. Io penso invece che tu arderai d'amore per il tuo Sposo quando sarai sua “prigioniera” in convento, e lo ringrazierai per averti tolto dal mondo dove regnano le “vanità delle vanità”, e averti condotto in casa sua, dove ti sarà facile salvarti l'anima e ricercare la perfezione cristiana. L'unica cosa che ti chiedo è di scegliere un ordine fervoroso e osservante, non uno rilassato.

Ricordati che su questa terra siamo solo di passaggio per poco tempo, la nostra vera Patria è in Cielo, pertanto il nostro unico scopo deve essere di conoscere, amare e servire Dio, per poi poterlo amare per tutta l'eternità. Obbedendo alla vocazione e abbracciando lo stato di vita religioso ti sarà molto facile raggiungere il fine ultimo della tua esistenza.

Comprendo molto bene il tuo attuale stato d'animo. Questo è un momento importantissimo della tua esistenza, perché si sta avvicinando il momento di eleggere lo stato di vita. Non si tratta di una scelta qualsiasi, ma di una scelta di fondamentale importanza, pertanto è necessario non commettere errori.

Spero di esserti stato di qualche giovamento, ma rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Prego ardentemente il mio amatissimo Gesù di prenderti come sua sposa. Continuerò a pregare con tenacia fino a quando non verrò a sapere che ti sei arresa al suo amore per te. E chi altro potresti amare all'infuori di Lui? Non conosco nessun uomo che si lascerebbe flagellare, coronare di spine e inchiodare alla croce per dimostrarti il suo amore.

La Beata e Gloriosa Vergine Maria, Corredentrice del genere umano, Mediatrice di tutte le grazie e Avvocata dei peccatori, ti accolga sotto il suo manto e ti conduca all'amabile Gesù, Colui che può saziare il tuo cuore che ha sete d'Amore vero. Così spero, così sia.

In Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter