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sabato 18 febbraio 2012

Risposta a una ragazza

Ripubblico la lettera che ho scritto a una ragazza per aiutarla a superare le difficoltà da affrontare per adempiere alla vocazione religiosa.

Cara sorella in Cristo,
                                   comprendo molto bene il tuo attuale stato d'animo. Questo è un momento importantissimo della tua esistenza, perché ormai è giunta l'ora di eleggere lo stato di vita. Non si tratta di una scelta qualsiasi, ma di una scelta di fondamentale importanza, pertanto è necessario non commettere errori.

Il fatto che tu sia incerta sul da farsi è una cosa “normale”, infatti “nemo iudex in causa sua”, cioè nessuno è buon giudice nelle cause che lo riguardano. Ecco perché è cosa buona avere un buon direttore spirituale, ma è molto difficile trovarne uno davvero adatto a a tale scopo. Se una persona non è pratica di vita ascetica, come farà a guidare l'anima di un figlio spirituale? Un altro rischio è rappresentato da quei direttori che pur essendo sufficientemente istruiti su questioni morali e ascetiche, tuttavia sono troppo aspri e rigorosi coi figli spirituali. Insomma non è facile trovare una guida spirituale che oltre a non essere ignorante in questioni di vita spirituale non sia né lassista né rigorista, né sdolcinato né aspro.

Dunque, che fare? Secondo me la cosa migliore è trascorrere una o due settimane in un buon convento di suore a fare discernimento e a vedere se sei portata per la vita religiosa. Ti supplico di lasciar stare gli psicologi, ordinariamente parlando non sono loro le persone adatte a valutare le vocazioni religiose. Digli alla tua amica che hai cambiato idea, e che per il momento preferisci non andare dallo psicologo, nemmeno se fosse gratis.

Per quanto riguarda tua madre, se potrà contare sull'aiuto di altri familiari non dovrai temere di partire per il convento.

Quando il nemico del genere umano si accorge che una persona potrebbe avere la vocazione religiosa, cerca in ogni modo possibile di farle “cambiare idea” distogliendola dal proposito di donare la propria vita a Dio. Se riesce a farle perdere la vocazione, non metterà nei guai spirituali solo quell'anima, ma anche tante altre. Infatti, se quella persona fosse entrata in monastero, avrebbe potuto salvare tante altre anime con la sua preghiera e con l'apostolato. Molte conversioni che avvengono nel mondo sono il frutto delle preghiere e buone opere delle suore di clausura.

Nessuna donna è degna di diventare sposa di Gesù Cristo, Re del Cielo, però lui chiama alla sua sequela, non in base ai meriti, ma per puro e gratuito amore. Anche se tu in passato avessi commesso delle colpe, non devi desistere dal proposito di donare a Dio il resto della tua vita, anzi, il sapere che nonostante i tuoi difetti e le tue mancanze, Sua Maestà il Redentore Divino abbia deciso ugualmente di prenderti come sua sposa, deve farti ardere d'amore e di riconoscenza nei Suoi confronti. A te il Signore ha fatto delle grazie speciali e adesso ti sta facendo sentire l'attrazione per la vita consacrata... pensa che tante altre ragazze del mondo vivono come se Dio non ci fosse semplicemente perché non hanno avuto la grazia di conosce l'amore di Gesù per noi. Se queste ragazze che vivono paganamente avessero avuto tutte le grazie che hai avuto tu, molte di loro con immensa gratitudine avrebbero già abbandonato il mondo traditore e con grande gioia avrebbero accettato la chiamata di Gesù alla vita religiosa, che è lo stato di vita più perfetto.

Il nemico del genere umano potrebbe insinuarti il dubbio che entrando in convento, dopo alcune settimane potresti stancarti. Questa è una tipica tentazione diabolica. Innanzitutto io non credo che ti stancherai di vivere in convento. L'unica cosa che può spingerti ad abbandonare il mondo per entrare in convento è l'amore verso Gesù. Si tratta di puro amore, non dell'amore falso che regna nel mondo. Il vero amore ha la caratteristica di non esaurirsi mai, e quindi di non annoiare mai. Anzi, questo amore cresce giorno per giorno, come un incendio che divampa sempre di più. Quindi puoi stare certa che non ti stancherai mai, ma se per assurda ipotesi dovessi annoiarti, sarai liberissima di tornartene a casa tua. Infatti, prima di emettere i voti perpetui, dovrai fare il postulandato, il noviziato ed emettere i voti temporanei, quindi avrai tanto tempo a disposizione per vedere se rischi di stancarti oppure se (come penso io) ti convincerai definitivamente che si tratta di una vita gioiosa e piena d'amore. Io credo che le donne più felici del mondo siano le suore di ordini fervorosi e osservanti.

Un'altra trappola del demonio è il far credere alla persona chiamata alla vita religiosa di essere vittima di un'illusione fomentata da troppo sentimentalismo. Le false vocazioni, cioè quelle che non nascono da Gesù, ma sono figlie del sentimentalismo, non hanno radici, quindi nascono e tramontano nel giro di pochi giorni o al massimo nel giro di qualche settimana. Inoltre, appena queste persone entrano in convento, non riescono a resistere per più di un paio di giorni. Tu invece è da molti mesi che senti il desiderio di donarti a Dio. La differenza tra l'amore e il sentimentalismo è abissale: il primo è puro, forte, radicale e profondo, il secondo è superficiale e passeggero. I cristiani “sentimentali” si smascherano facilmente perché conducono uno stile di vita incoerente, costoro infatti tentano di coniugare vita mondana con la vita spirituale, ma ciò è impossibile. La tua conversione invece è stata profonda, infatti tu disprezzi le mancanze del passato e adesso ti sforzi di vivere il più possibile in maniera coerente.

Sant'Alfonso Maria de Liguori negli “Avvisi spettanti alla vocazione religiosa” svela un'altra tipica trappola del demonio, la quale consiste nel mettere il dubbio nella persona chiamata da Dio alla vita religiosa, che anche restando nel mondo potrebbe farsi santa. Tutti possono diventare santi, anche coloro che vivono nel mondo, ma solo se hanno la vocazione alla vita secolare, altrimenti è moralmente impossibile che ciò possa avvenire. Anche per diventare santi nella vita coniugale bisogna avere una specifica “vocazione matrimoniale”. Bisogna dire però che San paolo Apostolo consiglia (è solo un consiglio, non un precetto) di vivere in castità, mentre il matrimonio lo consiglia solo a coloro che per propria negligenza non vogliono vivere in castità. In questo caso è meglio sposarsi anziché ardere dalla passione.

Tra le numerose persone che mi hanno scritto ci sono anche delle persone sposate (in maggioranza donne) che mi hanno fatto comprendere più o meno esplicitamente che rimpiangono di non aver abbracciato la vita religiosa. Tu invece stai pensando in questo periodo allo stato di vita da eleggere, e hai due principali alternative: da una parte c'è Gesù buono, l'Agnello di Dio che si è immolato sulla croce per redimerti, il quale ti sta chiamando a divenire sua sposa, dall'altra parte c'è il mondo con tutte le sue luccicanti attrattive, il quale vorrebbe invece che tu prendessi come sposo un uomo della terra. Rifletti attentamente sulla scelta da fare, ricordati però che abbiamo solo un'anima e che al termine della vita su questa terra ci attende l'eternità: o sempre felice in Cielo con Dio oppure sempre infelice all'inferno, dove non sarà più possibile amare il Signore. Un'anima, un'eternità!

Quando il diavolo si accorge che una ragazza è ormai decisa ad entrare in convento, tenta un altro pericoloso inganno. Cerca di insinuarle il dubbio che l'ordine che ha scelto non è quello giusto, e che Dio la desidera in un altro istituto. Se ad esempio lei voleva diventare suora di clausura, le dice che la sua vocazione è per la vita attiva (e viceversa). In questo modo la tortura col dubbio e le fa perdere la tranquillità. Lui cerca di fomentare la confusione perché nel torbido riesce sempre a pescare qualcosa. Se per ipotesi una ragazza vuole entrare nelle benedettine, lui sussurra che deve entrare tra le carmelitane o tra le clarisse o in qualche altro ordine. Ogni scusa è buona per seminare dubbi e confusione. Non bisogna ascoltare i suoi inganni, e una volta presa una decisione, bisogna andare avanti con decisione. Se poi davvero l'ordine che ha scelto non era quello giusto per lei, avrà sempre il tempo (ad esempio durante il postulandato o il noviziato) di uscire dal monastero e di entrare in un altro ordine.

Se un orologio ad ingranaggi ha la ruota maestra guasta non può più funzionare correttamente, allo stesso modo colui che sbaglia il proprio stato di vita condurrà un'esistenza squilibrata poiché gli verranno a mancare gli aiuti spirituali che Dio gli aveva preparato nello stato in cui lo chiamava. Gesù è amore infinito, pertanto è incapace di fare o desiderare il male. Lui ci vuole troppo bene, ce lo ha dimostrato sulla croce. Nella sua sapienza infinita ha progettato il percorso più facile per ciascuno di noi per giungere alla salvezza eterna. Per alcuni questo percorso è la vita nel mondo, per altri è la vita in convento. Se uno elegge lo stato di vita sbagliato si mette da se stesso nei guai spirituali, ma la colpa non è di Gesù che gli aveva dolcemente suggerito la strada da seguire.

Come ho già detto, scegliere di entrare in convento non comporta rischi, perché se uno in seguito si accorge di non avere la vocazione, ha molto tempo a disposizione prima dei voti perpetui per ritornarsene a casa. Ed anche dopo aver emesso i voti perpetui ha la possibilità di chiedere alla Santa Sede di essere dispensato dai voti (come hanno fatto alcuni religiosi e sacerdoti che si sono sposati). Invece il matrimonio, una volta che è rato (cioè valido) e consumato, non può più essere sciolto da nessuno, nemmeno dal Papa. Solo la morte di uno dei due coniugi scioglie lo stato coniugale.

Se farai un'esperienza vocazionale, potrai capire meglio la volontà di Gesù su di te. Immersa nel silenzio, sarà più facile raccoglierti interiormente e ascoltare quel che Dio vuole da te. Nel mondo è più difficile trovare il tempo e la tranquillità per immergersi nella preghiera e nella meditazione.

Scrivere questa lunga lettera mi è costata un po' di tempo e fatica, ma l'ho scritta volentieri nella speranza di aiutarti ad allontanare i dubbi che ti infastidiscono. Spero di esserti stato di qualche giovamento. Prego ardentemente il mio amatissimo Gesù di prenderti come sua sposa facendoti entrare in convento al più presto. Continuerò a pregare con tenacia fino a quando non verrò a sapere che ti sei arresa al suo amore per te. E chi altro potresti amare all'infuori di Lui? Non conosco nessun uomo che si lascerebbe flagellare, coronare di spine e inchiodare alla croce per dimostrarti il suo amore.

In Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter